Capita spesso che si vadano a cercare consigli nutrizionali provenienti da antiche culture che indubbiamente hanno il fascino dell’esotico. Ma perché non guardare in casa nostra?
Verso la metà del 500 d.C., San Benedetto scrisse la Regola, cioè il documento che guida la vita dei monaci benedettini, in particolare quelli del monastero di Montecassino, ed è tuttora adottata dai monasteri maschili e femminili che a lui si ispirano. È un testo che fonde in armonia consigli pratici e norme spirituali per una vita armonica, e questo è evidente anche quando parla della dieta del monastero: l’alimentazione corretta ha un valore sia etico che di salute. E questo aspetto è incredibilmente moderno.
Sorprendente è, per il lettore del terzo millennio, quanto, con le correzioni dovute allo stile di vita mutato in 1500 anni, questa dieta sia simile alla nostra dieta mediterranea: tanti carboidrati, tante verdure, poca carne e prevalentemente bianca, pranzo abbondante e cena ridotta, attenzione per le categorie speciali, ragazzi e ammalati.
La Regola di San Benedetto
Capitolo XXXIX — La misura del ciboVolendo tenere il debito conto delle necessità individuali, riteniamo che per il pranzo quotidiano fissato — a seconda delle stagioni — dopo Sesta o dopo Nona, siano sufficienti due pietanze cotte, in modo che chi eventualmente non fosse in condizioni di prenderne una, possa servirsi dell’altra. Dunque a tutti i fratelli devono bastare due pietanze cotte e se ci sarà la possibilità di procurarsi della frutta o dei legumi freschi, se ne aggiunga una terza.
Quanto al pane penso che basti un chilo abbondante al giorno, sia quando c’è un solo pasto, che quando c’è pranzo e cena. In quest’ultimo caso il cellerario ne metta da parte un terzo per distribuirlo a cena. Nel caso che il lavoro quotidiano sia stato più gravoso del solito, se l’abate lo riterrà opportuno, avrà piena facoltà di aggiungere un piccolo supplemento, purché si eviti assolutamente ogni abuso e il monaco si guardi dall’ingordigia. Perché nulla è tanto sconveniente per un cristiano, quanto gli eccessi della tavola, come dice lo stesso nostro Signore: «State attenti che il vostro cuore non sia appesantito dal troppo cibo».
Quanto poi ai ragazzi più piccoli, non si serva loro la medesima porzione, ma una quantità minore, salvaguardando in tutto la sobrietà.
Tutti infine si astengano assolutamente dalla carne di quadrupedi, a eccezione dei malati molto deboli.
Fonte:
Ora-et-labora.net — La “Santa Regola” di San Benedetto