La borragine (Borago officinalis) è una pianta annuale, alta 20-60 cm, con fusto robusto ramificato in alto, le foglie basali hanno lunghi piccioli, mentre le foglie cauline, localizzate sul fusto, sono sessili e dunque prive di picciuolo. I fiori hanno una corolla azzurra, stellata, con stami violacei al centro del fiore.
La borragine, originaria della Siria, è diffusa nella zona mediterranea nei campi coltivati, ai bordi dei sentieri, vicino ai corsi d’acqua.
Già dal significato delle parole a cui si attribuisce l’origine del nome di questa pianta, si possono intuire alcune delle proprietà che l’hanno resa molto nota nel corso della storia, più o meno dimostrabili a livello scientifico. Borra (lanugine), dal latino, fa riferimento alla superficie pelosa delle foglie, mentre il nome arabo abū arak (sudorifero) e quello celtico borrach (coraggio) ricordano due delle proprietà attribuite a questa pianta, che fa sudare se assunta come decotto e veniva utilizzata per infondere coraggio a coloro che partivano per le Crociate in Terra Santa. Anche in tempi recenti è chiamata in alternativa buglossa (lingua di bue).
Il medico del Seicento Robert Burton le attribuiva, in quanto “calda e umida” secondo la teoria degli umori, la proprietà di espellere l’umore malinconico e rallegrare il cuore. Basandosi anche su affermazioni di medici antichi come Galeno e Dioscoride, egli individuò in questa erba quella utilizzata dalla bella Elena per rallegrare i suoi ospiti, come descritto da Omero.
Anche Ildegarda di Bingen, monaca filosofa, scrittrice e naturalista nata nel 1098, esaltava le proprietà di questa pianta, ritenendola utile per risolvere problemi di vista e di udito, applicandola più volte direttamente su occhi e orecchie.
Per passare a un personaggio meno serio, nel Mago di Oz la borragine è citata come base di una pozione grazie alla quale il leone codardo ritrova il suo coraggio.
Una curiosità: Charles Dickens aveva una predilezione per i cocktail alla borragine, e da lui ha preso il nome quello conosciuto come Punch alla Charles Dickens composto e preparato come segue:
- 2 tazze di acqua bollente
- ½ tazza di zucchero
- 2 cucchiai da tavola di scorza di limone
- ¼ di tazza di fiori di borragine
- 2 tazze di sherry
- 1 tazza di brandy
- 4 tazze di sidro
Lo zucchero, la buccia di limone e i fiori di borragine, si fanno bollire nell’acqua per 15 minuti, si filtra con un colino e si aggiungono lo sherry, il brandy e il sidro.
L’effetto antidepressivo della borragine, conosciuto fin dall’antichità, è stato riscontrato in uno studio sull’estratto di principi attivi provenienti da vari tipi di piante. Sembra che questo sia dovuto “all’inibizione della ricaptazione della serotonina”, il meccanismo d’azione di molti farmaci antidepressivi di nuova generazione, probabilmente a causa degli alcaloidi pirolizidinici che contiene (licosamina, amabilina, supinidia, intermedina, e durrina). Purtroppo però queste scoperte non avranno ulteriori sviluppi nella ricerca farmacologica, a causa della tossicità per il fegato e la cancerogenicità dei metaboliti di questi composti chimici.
Il Ministero della Salute ha recentemente escluso questa pianta dalla lista di quelle che si possono utilizzare per produrre integratori e farmaci, per quanto riguarda le foglie, i fiori e la pianta erbacea con fiori. I semi e l’olio che se ne ricava, invece, non contengono alcaloidi, sono ricchi di acidi grassi polinsaturi con proprietà ipocolesterolemizzante e in particolare l’acido gamma linoleico (GLA), precursore delle prostaglandine, che vi è contenuto, ha un effetto inibitore sull’aggregazione piastrinica, e di riduzione della pressione sanguigna. Poiché la sintesi di questa molecola dall’acido linoleico attraverso l’enzima delta-6 desaturasi può essere inefficiente a causa di alterazioni metaboliche, invecchiamento, diabete, una integrazione con olio di borragine può essere utile.
Per quanto riguarda l’uso a scopo alimentare, si consiglia di utilizzare, senza abusarne, le foglie giovani con basso contenuto di alcaloidi che si raccolgono quando sono tenere, da aprile a settembre.
I fiori e le foglie, con gusto vagamente simile a quello del cetriolo, si possono utilizzare sia cotti che in insalata, misti con altre verdure. Adatta a essere aggiunta nelle minestre, la borragine si può utilizzare anche come ingrediente nel ripieno dei ravioli.
Fonti:
- L. Ballerini, A. De Santis — Erbe da mangiare — Mondadori, 2008
- Koo HN, et al. — Inulin stimulates NO synthesis via activation of PKC-alpha and protein tyrosine kinase, resulting in the activation of NF-kappaB by IFN-gamma-primed RAW 264.7 cells — J Nutr Biochem. 2003 Oct;14(10):598-605
- Ministero della Salute — Estratti vegetali non ammessi negli integratori alimentari
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