Pubblichiamo oggi la seconda parte del contributo della dottoressa Monica Trecroci sul peperoncino
Nel primo articolo abbiamo visto la storia affascinante che conduce il peperoncino sulle nostre tavole e la sua grande versatilità nel crescere in ogni situazione. Ma il peperoncino non è solo questo. Il fuoco che scalda molti piatti della nostra tavola è un autentico concentrato di benefiche proprietà. Questo grazie alla sua composizione: oltre a essere ipocalorico, come abbiamo descritto, è ricco di vitamine soprattutto A, C, E, PP e sali minerali anche se ciò che lo rende davvero speciale dal punto di vista delle proprietà è senza dubbio la presenza del componente bioattivo capsaicina.
Il contenuto di vitamina C gli conferisce attività antiossidante, immunostimolante e il suo uso è utile nell’alleviare la sintomatologia a carico delle mucose in caso di raffreddore, sinusiti e bronchiti.
L’attività antiossidante è mediata anche dai carotenoidi, che contribuiscono a combattere i radicali liberi e i processi di invecchiamento cellulare.
Il peperoncino è utile nella prevenzione dell’infarto e delle malattie cardiovascolari. L’uso costante di piccole quantità, infatti, contribuisce a diminuire i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue1 grazie agli acidi grassi polinsaturi contenuti nei semi. Agisce da vasodilatatore aiutando il lavoro di arterie, capillari e cuore; la capsaicina migliora la circolazione sanguigna e agisce da antiaggregante lavorando in sinergia con la vitamina PP e la vitamina E che, rispettivamente, conferiscono elasticità ai capillari e migliorano l’ossigenazione del sangue. Inoltre, essendo il peperoncino una spezia in grado di insaporire i piatti più vari, consente un importante risparmio dell’utilizzo di sale per conferire sapore con notevoli benefici per coloro che sono affetti da ipertensione. Ha attività fibrinolitica per cui diminuisce il rischio di formazione di trombi.
La capsaicina è utile anche nei soggetti diabetici per abbassare la glicemia poiché migliora l’azione dell’insulina2.
Il peperoncino, grazie alla capsaicina, sembra avere proprietà anticancerogene in vitro, su cellule cancerose prostatiche3. L’inibizione della crescita è dose dipendente (al crescere della dose impiegata aumenta l’effetto inibente) e si realizza attraverso induzione dell’apoptosi o morte cellulare programmata.
La capsaicina favorisce la digestione, aumenta la secrezione acida gastrica4 e protegge lo stomaco aumentando la produzione di muco. In alcune regioni del Sud Italia viene preparato un infuso digestivo a base di peperoncino, camomilla e miele.
Il peperoncino si è dimostrato essere un alleato nella perdita di peso. La capsaicina potrebbe agire come stimolatore del metabolismo basale, il consumo calorico stimato da un uso quotidiano di peperoncino è di 50 Kcal al giorno e diminuisce l’appetito5.
Da sempre considerato, forse per il suo sapore piccante, un alimento afrodisiaco, il peperoncino è spesso associato nell’accezione comune alla sfera sessuale. A onor del vero è ricco di vitamina E, la vitamina che agisce sul trofismo degli spermatozoi; e a livello intestinale libera VIP (Vasoactive Intestinal Polypeptide), che provoca vasodilatazione e aumento della circolazione sanguigna a livello periferico. La capsaicina applicata a livello locale determina liberazione di ossido nitrico, cosa che normalmente accade a livello periferico dopo assunzione di farmaci per la disfunzione erettile. Tuttavia, non esiste al momento una valida conferma scientifica che metta in relazione peperoncino ed eros.
Anche l’industria cosmetica usa il peperoncino per la preparazione di saponi e creme ad azione antibatterica e per la detersione della cute. Sembra avere un effetto positivo nel trattamento della cellulite per l’azione di stimolo sulla circolazione sanguigna.
Ma il peperoncino è indicato per tutti?
Per la verità non ci sono controindicazioni significative all’uso di peperoncino, piuttosto delle limitazioni in presenza di acidità di stomaco, ulcera e in dosi troppo elevate potrebbe irritare la mucosa intestinale.
Fonti:
- Srinivasan K. — Dietary spices as beneficial modulators of lipid profile in conditions of metabolic disorders and diseases — Food Funct. 2013 Jan 31
- Okumura T, et al. — Effect of caffeine and capsaicin on the blood glucose levels of obese/diabetic KK-A(y) mice — J Oleo Sci. 2012;61(9):515-23
- Díaz-Laviada I — Effect of capsaicin on prostate cancer cells — Future Oncol. 2010 Oct;6(10):1545-50. doi: 10.2217/fon.10.117
- Imatake K, et al. — The effect and mechanism of action of capsaicin on gastric acid output — J Gastroenterol. 2009;44(5):396-404. doi: 10.1007/s00535-009-0018-x
- Whiting S, et al. — Capsaicinoids and capsinoids. A potential role for weight management? A systematic review of the evidence — Appetite. 2012 Oct;59(2):341-8. doi: 10.1016/j.appet.2012.05.015
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Cara Sandra, assolutamente nessuna controindicazione. Due accortezze: dosi moderate e assumi la spezia sempre a stomaco pieno
Grazie Tiziana, certo che mi limito a piccole dosi e durante i pasti, non pretendo di sostituire il peperoncino al farmaco contro l’ipertensione che devo assumere quotidianamente. E consiglio a chi ha lo stesso problema di non interrompere i farmaci appena la pressione si normalizza, ma di farlo solo sotto consiglio o consenso del proprio medico.
Da quando ho limitato drasticamente il sale che aggiungo nella preparazione dei cibi, consumo il peperoncino macinato pressoché quotidianamente in piccole dosi per insaporire un po’ tutti i piatti. Ci sono controindicazioni a questa modalità di consumo, considerando che non mi provoca né acidità di stomaco né problemi intestinali? Grazie. Sandra