L’anoressia è una delle malattie più misteriose del nostro cervello. Quasi sempre inganna. Le ragazze che smettono improvvisamente di mangiare fino a un attimo prima sembravano felici, normali. Non ci sono preallarmi. Nella mente scatta qualcosa e ogni forma di equilibrio salta. Tutto all’inizio appare inspiegabile ma è chiaro che queste ragazze nascondono dei disagi profondi.
Solo tu puoi decidere di uscire dall’anoressia, diversamente la tua vita sarà un entrare e uscire dagli ospedali.
Ce la fai?
Non lo so, ma qualcuno dovrà pure farcela.
Queste sono solo alcune frasi estratte dal film Briciole diretto da Ilaria Cirino e tratto dal libro di Alessandra Arachi. Un film che cerca di raccontare una patologia difficile da comprendere e da trattare, l’anoressia nervosa.
Sandra, la protagonista, è una diciottenne molto carina che a un tratto smette di mangiare, per paura di prendere peso e non piacere al ragazzo di cui è innamorata. Dopo aver perso i primi kg Sandra acquisisce sicurezza in se stessa e non vuole più fermarsi. Giorno dopo giorno si vede il deperimento della ragazza e il modo differente dei genitori di affrontare la situazione. Il padre non vuole vedere e riconoscere cosa sta accadendo, la madre invece chiede aiuto per poter affrontare la situazione.
Un film che lancia il messaggio che non bisogna vergognarsi della malattia, e fingere che non esista, ma affrontarla chiedendo aiuto a persone competenti, per lottare contro un male che esiste ma non si vede.
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