Pubblichiamo oggi l’articolo sull’endometriosi della dottoressa Manuela Fè, Biologa Nutrizionista
Il ciclo mestruale femminile è regolato da ormoni sessuali, estrogeni e progesterone, prodotti dalle ovaie, le quali sono anche deputate anche alla produzione di ovociti.
Gli ormoni ovarici sono sotto il controllo dell’asse ipotalamo – ipofisario che ne regola il rilascio.
L’ipotalamo secerne l’ormone GnrH (ormone che controlla il rilascio delle gonadotropine), il quale agisce stimolando l’ipofisi al rilascio delle gonadotropine FSH (ormone follicolo stimolante) e LH (ormone luteinizzante), questi due ormoni regolano a loro volta la produzione di ormoni sessuali da parte delle gonadi e quindi anche il ciclo mestruale.
L’endometrio, il tessuto che riveste la cavità uterina interna, sotto l’influenza degli ormoni, cresce e si sfalda ogni mese, dando origine alle mestruazioni. A volte però questo tessuto cresce e si insedia in altre aree del corpo causando l’endometriosi. La presenza di endometrio al di fuori della sua sede fisiologica dà luogo a diversi sintomi quali dolore, sterilità, disturbi intestinali, dismenorrea e molto altro.
Essendo un tessuto sensibile agli ormoni sessuali, esso risponde agli stimoli ormonali subendo lo stesso ciclo di sviluppo e sfaldamento anche in sede ectopica, questo genera un’infiammazione cronica nell’area interessata, responsabile dei sintomi legati alla malattia.
L’infiammazione cronica provoca a lungo andare un danno fisico e funzionale ai tessuti interessati, causando cicatrizzazioni, produzione di tessuto fibroso anomalo, anormali aderenze tra organi e tessuti che sono spesso alla base della sintomatologia dolorosa e della disfunzionalità.
Quando cellule endometriali si insediano e proliferano nel miometrio (parete muscolare dell’utero), si parla di adenomiosi, questa condizione causa cicli abbondanti e dismenorrea (dolori mestruali).
Le cause dell’endometriosi sono ancora in parte sconosciute, la patologia ha comunque carattere multifattoriale essendo determinata da fattori genetici e ambientali.
La terapia si basa sull’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per combattere il dolore, e l’uso di estroprogestinici o di soli progestinici per contrastare la diffusione e la proliferazione del tessuto mantenendo bassi i livelli di estrogeni.
Da una parte quindi è importante regolare e limitare l’intensità della risposta infiammatoria, per prevenire danni funzionali e per mitigare i sintomi dolorosi, dall’altra è fondamentale mantenere un equilibrio ormonale tale da contrastare la diffusione e l’accrescimento di cellule endometriali in sedi non appropriate.
L’alimentazione è un valido aiuto per prevenire e anche controllare l’avanzare della malattia. Dato che si riscontra familiarità, è bene che i soggetti geneticamente predisposti modifichino il proprio stile di vita per non creare le condizioni ambientali che la favoriscono.
È importante aderire a una dieta che contrasti i processi infiammatori, favorisca l’equilibrio ormonale, controlli la produzione di radicali liberi e lo stress ossidativo.
Oltre alla dieta, il regolare esercizio fisico apporta molti benefici poiché riduce naturalmente il livelli di estrogeni e induce il rilascio di sostanze antinfiammatorie e antiossidanti.
La dieta deve assicurare un buon apporto di fibre, acidi grassi essenziali, vitamine (soprattutto del gruppo B), minerali e steroli, poiché queste sostanze migliorano il metabolismo epatico degli estrogeni, stimolano la produzione di prostaglandine antinfiammatorie e riducono lo stress ossidativo.
Alcuni alimenti sono particolarmente raccomandati, altri invece sono sconsigliati poiché contengono sostanze estrogeno-simili che possono aumentare la diffusione delle cellule endometriali, oppure ne peggiorano i sintomi, determinando uno stato pro-infiammatorio latente.
All’apice di tutti i cibi da limitare drasticamente ci sono i grassi animali saturi e gli acidi grassi trans (carni rosse, salumi, formaggi, uova, burro, dolci industriali, dolci di pasticceria, creme, fritture), lo zucchero, che favorisce l’infiammazione, i carboidrati ad alto indice glicemico, alcool e caffè.
Quando consumiamo cibi ad alto indice glicemico (pizza, patate, pane, pasta e riso raffinati) in quantità troppo abbondanti, aumenta la produzione di insulina da parte del pancreas, generando livelli elevati di questo ormone nel sangue (iperinsulinismo).
Si è visto che l’iperinsulinismo favorisce la progressione dell’endometriosi; l’insulina, infatti, è un ormone che stimola la produzione di estrogeni.
Sono da preferire carboidrati a basso indice glicemico che favoriscano un rilascio meno drastico di insulina, come pasta integrale, farro, avena, grano saraceno e altri.
Per limitare l’introito di grassi saturi è bene utilizzare fonti proteiche alternative alla carne come pesce azzurro, salmone, legumi e frutta secca, con un modesto consumo di soia.
La soia, benché ricca di proteine e acidi grassi essenziali, va comunque limitata poiché contiene i fitoestrogeni ginesteina e daidzeina, che nelle giuste dosi hanno un effetto protettivo nei confronti degli estrogeni endogeni, ma se consumati in eccesso, e non in equilibrio con altri nutrienti, possono esercitare un effetto dannoso.
È opportuno limitare latte e latticini per la loro capacità di generare favorire la sintesi di prostaglandine pro-infiammatorie, meglio utilizzare latte di riso e sostituire i prodotti vaccini con formaggi freschi di capra.
Per aumentare l’apporto di fibre, vitamine, minerali e antiossidanti è opportuno consumare molta frutta e verdura, almeno cinque porzioni al giorno, in particolare le crucifere (rape, senape, ravanelli, cavoletti di bruxelles, cavolo, cavolfiore, rucola) agiscono da modulatori ormonali, favorendo l’equilibrio estrogenico, da consumare con più moderazione invece i vegetali ricchi di istamina come pomodori, funghi, spinaci.
Come ultimo consiglio, è importante evitare il fumo di sigaretta che aumenta lo stress ossidativo, considerato uno dei fattori che più favoriscono l’insorgenza e la progressione della patologia.
Per approfondimenti:
- Dr. Paolo Marzullo, Endocrinologo — Università del Piemonte Orientale (Novara) e Istituto Auxologico Italiano (Verbania)
- Iannella A, Lauletta A — Endometriosi, alimentazione e intolleranze alimentari
- Jackson LW, et al. — Oxidative stress and endometriosis — Human Reproduction 2005; 20, 7: 2014-20