In America si spendono più di 32 milioni di dollari all’anno in 85.000 diverse combinazioni di vitamine, minerali, aminoacidi, probiotici che, a differenza dei medicinali, non richiedono particolari test di sicurezza prima di essere immessi sul mercato e, spesso, si trovano sugli scaffali come prodotti “naturali”.
Gli epidemiologi del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) hanno recentemente confermato che un famoso integratore utilizzato come “bruciagrassi” è stato responsabile di diversi casi gravi di epatite, tre dei quali hanno richiesto un trapianto di fegato e uno ha avuto come tragica conseguenza il decesso del paziente. Ancora, nel 2008, un multivitaminico mal prodotto ha causato oltre 200 casi di avvelenamento da selenio (con sintomi molto vari: diarrea, affaticamento, perdita di capelli, dolori articolari). Più recentemente, nel 2011, il Dipartimento della Difesa statunitense ha ritirato dalle basi militari dei supplementi contenenti lo stimolante 1,3-dimetilamina (DMAA) per preoccupazioni in merito alla sicurezza. Nonostante lo sforzo profuso per il ritiro dal mercato degli integratori che lo contengono, il DMAA rimane in dozzine di prodotti. Tanto che, durante le Olimpiadi invernali del 2014, tre atleti sono stati squalificati per un suo uso involontario.
I casi sono venuti alla ribalta in seguito al ritardo nell’intervento dell’FDA (Food and Drug Administration) il cui lavoro è, fra gli altri, quello di rimuovere dal mercato prodotti potenzialmente dannosi. Ed è un bel da fare, in quanto gli integratori pericolosi sono tantissimi: ne sono stati già trovati oltre 500 adulterati con farmaci o analoghi (stimolanti, anabolizzanti, antidepressivi, eccetera). Solo nel 2013 sono stati trovati due nuovi stimolanti in prodotti largamente diffusi sul mercato: l’N,α-DEPEA (N,α-dietil-feniletilamina), un analogo della metanfetamina, in un famoso integratore sportivo e la β-MePEA (β-metil-fenetilamina) in nove pillole diverse, molte delle quali ancora ampiamente disponibili. Entrambe le molecole non sono mai state studiate negli umani e i loro effetti avversi sono completamente sconosciuti.
Attualmente, per questo tipo di problematiche l’FDA si basa su MedWatch, un portale che medici e consumatori possono utilizzare per segnalare volontariamente eventi avversi associati a sostanze utilizzate. Questo sistema, però, ha raramente fornito dati utili e tempestivi e, inoltre, manca della possibilità di fornire dei consigli clinici per la cura dei pazienti.
Al contrario, i Dipartimenti di salute pubblica locali, i centri anti-veleno, il CDC o il Dipartimento della Difesa, sono stati spesso molto più tempestivi. Ad esempio, è stato calcolato che tra il 2008 e il 2010 oltre 1000 eventi avversi correlati all’uso di integratori sono stati segnalati ai centri anti-veleno, ma non all’FDA.
Un radicale cambiamento è quindi necessario, al fine di creare un sistema di sorveglianza americano capace di identificare rapidamente gli eventi avversi correlati agli integratori.
Ma cosa si può fare? Un passo avanti potrebbe essere una legge che richieda a chi produce integratori di registrare i loro prodotti all’FDA, in un unico database condiviso con i centri anti-veleno, fornendo informazioni dettagliate sulla sicurezza e sugli eventi avversi conosciuti. Un valore aggiunto importante sarebbe poi la creazione di un team multidisciplinare dedicato, fatto di esperti, che verrebbe allertato immediatamente, non appena un consumatore o un clinico segnala un evento avverso in seguito al consumo di una sostanza.
Con più della metà di adulti americani che assumono integratori, con una spesa di diversi miliardi di dollari, i consumatori si meritano un programma di sorveglianza ben finanziato, in cui ogni prodotto viene sottoposto a rigorosi test prima di essere commercializzato. Finché ciò non accade, non si potrà avere la certezza che le pillole e le polveri assunte siano completamente sicure per il consumo umano.
Attendendo che tutto funzioni come dovrebbe, è necessario usare sempre molta cautela nell’assunzione di integratori alimentari, mai senza il consiglio di un professionista qualificato. E non solo in America.
Per approfondimenti:
- Cohen PA — Hazards of Hindsight — Monitoring the Safety of Nutritional Supplements — N Engl J Med. 2014 Apr 3;370(14):1277-80. doi: 10.1056/NEJMp1315559
- MedWatch: The FDA Safety Information and Adverse Event Reporting Program