Per quelli che non la conoscono, e ho scoperto che sono più di quanti immaginassi, stiamo parlando sia dei bastoncini legnosi (radici secche), ormai quasi irreperibili, sia dei piccoli cilindretti neri che si trovano molto più spesso, accanto alle caramelle vicino alle casse dei supermercati e, ovviamente, anche dei prodotti che si possono acquistare nelle erboristerie, nei negozi di alimenti di qualità o persino in farmacia. Non voglio prendere però in considerazione rotelle, stringhe, caramelle o altri dolcetti gommosi che usano la liquirizia solo come aroma e che non ne hanno le proprietà.
Proprio la varietà della distribuzione ci dà un’idea di come possa essere considerato un alimento a tutto tondo, anche se le sue proprietà farmacologiche sono vantate non solo dalla medicina tradizionale italiana e mediterranea, ma anche da quella cinese. Per evitare ogni rischio di confonderci le idee, perciò mi riferirò solo ai prodotti provenienti dalla pianta diffusa in Italia, la Glycyrrhiza glabra L., una leguminosa che cresce in molte zone del centro-sud Italia, anche spontaneamente, in aree sabbiose, soleggiate e ricche di acqua.
Io la associo all’inverno per il suo effetto antitosse: in cartella portavo spesso una bustina di tronchetti per combattere quei fastidiosi attacchi di tosse che possono trascinarsi per tutta la stagione fredda. Ancora oggi li tengo sul comodino per quando la tosse mi sveglia la notte. C’è, invece, chi li scioglie nel latte caldo prima di addormentarsi per prepararsi a una notte di sonno tranquillo.
In realtà ho scoperto da poco, e per questo la consiglio frequentemente, la sua efficacia come antinfiammatorio e spasmolitico gastro-duodenale: un aiuto per combattere l’acidità di stomaco, prevenire la gastrite e l’ulcera. In macchina la tengo a portata di mano per gli attacchi dovuti al nervoso per code sul raccordo o ai pasti frettolosi.
E chi frequenta quelle erboristerie in cui miscelano le erbe al momento sa bene che la radice tagliata entra nella composizione di infusi, sia per potenziale l’effetto lassativo, quando necessario, sia per addolcirne il gusto.
Proprio la dolcezza e l’assenza di saccarosio suggeriscono di rosicchiare una radice ogni tanto per ingannare la fame. Sicuramente non è molto elegante, ma funziona almeno per combattere la voglia di mangiare continuamente. Lo stesso risultato si può ottenere con i tronchetti o i rombetti di liquirizia pura che, però, avendo un gusto più deciso possono rovinare il sapore di altri alimenti.
L’uso della liquirizia è molto diffuso nel mondo anche perché le si attribuisce efficacia nella cura dei reumatismi, dell’artrite, dell’allergia, dei calcoli renali e persino per la cura della tubercolosi e come antibatterico e antivirale.
È quindi, in realtà, adatta per tutte le stagioni.
Ma quali sono le sue proprietà e quali i rischi connessi con il consumo eccessivo?
Ne parleremo lunedì, nella seconda parte dell’articolo.
Fonti:
- P. Chiereghin — Farmacia verde. Manuale di fitoterapia — Il Sole 24 Ore Edagricole, 2002
- Scientific Committee on Food — Opinion of the scientific committee on food on glycyrrhizinic acid and its ammonium salt — SCF/CS/ADD/EDUL/225 Final 10 April 2003
- EFSA (European Food Safety Authority) — Compendium of botanicals reported to contain naturally occuring substances of possible concern for human health when used in food and food supplements — EFSA Journal 2012;10(5):2663
- World Health Organization — WHO monographs on selected medicinal plants – VOLUME 1 — ISBN 9241545178 Geneva, 1999
- MedlinePlus — Licorice
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