Archivi mensili per ottobre, 2011
Menopausa e diabete: un aiuto dal latte
Molte volte si consiglia l’assunzione di latte, latticini e yogurt alle donne in menopausa per il loro apporto di calcio: l’osteoporosi è molto più frequente nelle donne in menopausa rispetto agli uomini della stessa età e ai soggetti più giovani, per questo si consiglia di abbondare in alimenti ricchi di calcio e vitamina D, come il latte, per prevenirne l’insorgenza. La buona notizia in questo caso è che sembra che il latte e i prodotti caseari, soprattutto se consumati light, ovvero con pochi grassi, aiutino a combattere anche l’insorgenza del diabete.
La ricerca è stata pubblicata su Journal of Nutrition e ha studiato un campione di più di 82 000 donne in menopausa per otto anni. È risultato che c’è un’associazione inversa tra il maggior consumo di latte e derivati magri e lo sviluppo di diabete, mentre questa associazione non è così evidente con il consumo di prodotti caseari se non si considera il contenuto di grassi. La ricerca è stata fatta con un questionario, quindi una sorta di dettagliata intervista, non con una dieta somministrata appositamente, ma è comunque un buon indizio: dato il vasto numero di partecipanti allo studio anche il questionario può essere preso come base sufficiente per conoscere la realtà dei fatti, che ci fa capire quanto possa cambiare anche semplicemente leggendo le etichette quando facciamo la spesa al supermercato. Fare caso ai prodotti a basso contenuto di grasso non solo è importante per il cuore ma, per certe persone, può fare la differenza tra ammalarsi o meno di diabete.
Fonte:
Margolis KL, et al. — A diet high in low-fat dairy products lowers diabetes risk in postmenopausal women — J Nutr. 2011 Nov;141(11):1969-74
Il risotto al kiwi
Ingredienti per 4 persone
- 300 g di riso integrale
- 2 kiwi maturi
- olio extravergine di oliva
- cipolla
- vino bianco
- brodo vegetale
Preparazione
La preparazione è semplicissima ma il risultato è meraviglioso nel sapore e nell’aspetto.
Fare rosolare della cipolla (la quantità è a vostro gusto) nell’olio extravergine di oliva e poi aggiungere il riso integrale. Lasciarlo tostare, quindi bagnate con un bicchiere di vino bianco da lasciare evaporare. Godere del profumo che emana la pentola sul fuoco vivo.
Ora abbassare la fiamma e iniziare a unire, un poco alla volta, del brodo vegetale fino a cottura completa del risotto.
Il modo in cui viene preparato il brodo vegetale è un punto molto importante per la buona riuscita della ricetta: non cedere alla comoda rapidità dei dadi ma utilizzare verdure fresche in modo che il risultato sia una pietanza sana e dal sapore delicato. Per questo consiglio di non utilizzare ingredienti dai gusti forti quali possono essere il porro, lo scalogno, i chiodi di garofano o l’alloro.
A cottura ultimata spegnere il fuoco e aggiungere, mescolando con cura, i kiwi che saranno stati prima sbucciati e schiacciati per bene con una forchetta.
Un consiglio per una presentazione di sicuro effetto: servire la porzione di risotto all’interno di una cialda fatta con del formaggio grana fuso e raffreddato in modo che formi una ciotolina irregolare, asimmetrica, ma buonissima!
Gola — La passione dell’ingordigia
Dopo quasi trent’anni dalla fine del liceo non avrei mai pensato di aprire un libro di filosofia. Ma quando ho visto in TV la presentazione dell’autrice sono stata catturata dal tema: chi di noi non si è mai domandato dov’è il confine tra la voglia di mangiare più del necessario e la gola vera e propria? Che differenza c’è tra il goloso e il buongustaio? E certe abitudini alimentari sono solo vizi stimolati da un ambiente che favorisce i consumi o fanno parte del nostro retroterra culturale?
Sappiamo bene che l’approccio al cibo è un processo che coinvolge l’uomo nella sua totalità.
L’autrice, italiana docente di filosofia nelle università svizzere, fa una panoramica nella Storia (quella con la “S” maiuscola) fino ai giorni nostri, per interpretare le varie forme in cui si presentano gola, golosi e buongustai, come peccatori, come malati o come eroi a seconda dei diversi ambiti culturali. E non attinge alle abitudini dei nonni (come troppo spesso si limitano molti autori), ma a una quantità di esempi presi da filosofia, letteratura, arte, medicina, mitologia, sociologia e psicologia. Solo in apparenza non c’è niente di nuovo, ma il filo conduttore interpretativo che va dalla Bibbia a Montalbano, dall’Odissea al fenomeno Slow Food mi ha aiutato a comprendere meglio certi fenomeni.
Come ogni buon libro di filosofia dovrebbe fare (è l’unica cosa che ho ricavato dagli studi liceali) non fornisce risposte, ma induce nuove domande a cui rispondere.
Per questo credo che possa essere utile a nutrizionisti, esperti di comunicazione, educatori, ma anche insegnanti di materie umanistiche che sono interessati a sviluppare percorsi interdisciplinari sui problemi dell’alimentazione.
Per approfondimenti:
F. Rigotti — Gola. La passione dell’ingordigia. I 7 vizi capitali — Il Mulino, 2008